La sosta al momento giusto

Empoli, Andreazzoli: "I numeri parlano chiaro, i tempi nel calcio sono due.  Ho ringraziato i ragazzi per l'atteggiamento"

L’Empoli subisce un altro sonoro schiaffo in casa contro la Roma e rallenta un po’ la marcia dopo un girone di andata straordinario. A dirla tutta un po’ di preoccupazione emerge se pensiamo che nelle ultime 5 partite di campionato gli azzurri hanno subìto ben 17 reti e perso diversi giocatori per infortunio. La sosta al momento giusto, quindi, per fare il punto della situazione e per cercare di rimettere ordine ad un assetto che sembra necessitare di un intervento mirato. Ma non può essere colpa soltanto della difesa, magari basta solo ritrovare un minimo equilibrio di squadra e limare le disattenzioni. La filosofia è sempre stata la stessa, non è cambiata di un centimetro nel tempo.

Giova ricordare che l’Empoli ha sempre preso gol al “Castellani”, che in 10 partite su 12 ha incassato almeno 2 gol e in generale soltanto per 3 volte (quindi sempre in trasferta) ha terminato la partita non subendo gol e tra queste le gare con Juventus e Napoli, contro ogni pronostico. Come dicevo prima serve solo capire il perché si sia registrato un’innalzamento della media dei gol subìti e le variabili possono essere diverse senza necessariamente puntare il dito sulla difesa. Ci sono gli infortuni, sinceramente troppi concentrati nello stesso periodo; può esserci una fisiologica stanchezza; un centrocampo che non riesce più a fare da schermo alla difesa; incontri ravvicinati contro squadre forti e, perchè no, un periodo in cui gira così.

La Roma, per esempio, ha capitalizzato al massimo le occasioni avute nel primo tempo mentre l’Empoli, nella ripresa, a parità di occasioni ha fatto la metà dei gol dei giallorossi. Non vuol dire niente, non vuole essere una giustificazione, perché la partita era ormai nettamente influenzata dal risultato della prima frazione, ma probabilmente in questo momento la squadra capitola più facilmente rispetto a qualche settimana fa. Allo staff il compito di capirne la causa tra quelle sopra citate.

C’è un mercato aperto al quale la società potrebbe attingere soprattutto alla luce dell’ennesimo infortunio, quello di Marchizza la cui entità sarà valutata nelle prossime ore. Da capire quale possa essere il raggio d’azione rispetto all’indice di liquidità e se in giro possano esserci profili interessanti da inserire in questo organico. Il tutto con assoluta serenità, la squadra appena 4 giorni fa ha disputato una gara di spessore a San Siro contro l’Inter raccogliendo elogi a ogni latitudine e sfiorando l’impresa della qualificazione in Coppa Italia e la scorsa di campionato disputò un primo tempo stellare a Venezia. L’Empoli è vivo, non è allo sbando. Certo, occorre stare con gli occhi aperti e le antenne ben dritte perché le brutte sorprese sono sempre dietro l’angolo.

Calma e gesso

Serie A: Empoli-Sassuolo 1-5 - Sport - ANSA

Il 2022 per l’Empoli non è iniziato nel migliore dei modi; è vero che all’appello c’è un pareggio importantissimo ottenuto a Roma contro la Lazio, ma sono altri gli aspetti che in questo momento devono essere analizzati. La partita di oggi è stata senza dubbio una di quelle in cui l’Empoli ha subìto maggiormente l’avversario, soprattutto nel primo tempo in cui il Sassuolo ha letteralmente preso a pallonate l’Empoli. Sono bastati pochi minuti per capire che sarebbe stato un pomeriggio complicato, nel primo quarto d’ora si contavano già un gol degli avversari, quattro tiri nello specchio, due fuori di poco ed un predominio territoriale imbarazzante.

La squadra emiliana ha qualità, la classifica non le rende merito. Forse anche loro hanno impiegato un po’ di tempo per abituarsi al nuovo ciclo, per metabolizzare il lavoro e la mentalità del nuovo allenatore, Dionisi, che umanamente non risiede ai primi posti della considerazione di molti ma che professionalmente dobbiamo dire che è bravo. Il suo Sassuolo visto al “Castellani” è stato devastante nella prima frazione, una squadra che ha tenuto ritmi altissimi, che ha fatto pressing asfissiante a tutto campo non concedendo un attimo di respiro agli azzurri e rendendosi pericoloso nelle micidiali ripartenze che l’Empoli ha concesso talvolta un po’ troppo allegramente.

I ragazzi di Andreazzoli non sono riusciti ad esprimersi come suo solito, la squadra non pare essere al top dal punto di vista generale e qualche contrattempo di troppo sta ulteriormente complicando la situazione. Non vuole essere un alibi e non mi interessa che anche le altre squadre sono nella stessa condizione, io “guardo in casa mia” e questo è un periodo particolare in cui i calciatori non riescono ad allenarsi regolarmente tra positività, quarantene e turni ravvicinati, mettendo a repentaglio l’incolumità dei calciatori in fatto di infortuni. In due partite giocate in tre giorni l’Empoli ha perso tre calciatori per infortunio muscolare: Parisi, Marchizza e Di Francesco, ovvero due esterni difensivi che, uniti alle assenze di Romagnoli e oggi dello squalificato Luperto, hanno un po’ scompaginato l’assetto. Tant’è che oggi, ad inizio ripresa, è stato dirottato Viti sulla fascia a vedersela con un giocatore non facile da affrontare come Berardi. La sua partita, in quel ruolo non suo, è durata un quarto d’ora, nel giro di 30 secondi ha rimediato due gialli per altrettante trattenute. Regolamento alla mano, decisione inappuntabile. Ne farà tesoro, fa parte di un percorso di crescita che l’Empoli deve mettere in preventivo fin dall’inizio sapendo di fare affidamento sui giovani.

Sì, l’espulsione di Viti ha messo quasi la parola fine alla partita anche se il punteggio indicava che l’Empoli era ancora in partita e l’avvio di secondo tempo era stato incoraggiante. Il “quasi” ci ha pensato Scamacca a toglierlo mettendo a segno il gol del 3-1 al termine di un’azione contestata per un presunto fallo su Tonelli, ma ad onor del vero è sembrata più un’ingenuità del difensore azzurro che si è lasciato cadere dopo una leggerissima trattenuta di Raspadori. E’ sempre rischioso spianare la strada all’attaccante avversario quando non hai la certezza garantita che l’arbitro fischi il calcio di punizione.

E’ stato un passaggio a vuoto, che ci può stare. Semmai sarà opportuno cercare di capire il perché dei tantissimi gol subìti nelle ultime tre partite (ben 12), se questo può essere attribuito alle tante assenze contemporanee del reparto o imputabile ad altri fattori a meno che non si tratti di pura casualità visto che le tre partite in questione sono state molto diverse tra di loro. E poi monitorare la situazione infortuni, da cosa potrebbero derivare onde evitare di perdere altri pezzi cammin facendo. Ci penserà il mister a rimettere ordine, calma e gesso, la classifica è una classifica importante e ogni tanto, magari, un sonoro schiaffone può essere salutare.

Non si può vincere sempre

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Una sola partita persa nelle ultime otto, quella di Verona, nel finale, quando la squadra fu colpita da un virus gastrointestinale che mise fuori causa diversi giocatori. Nel mezzo la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia grazie proprio, ironia della sorte, all’exploit del “Bentegodi” mercoledì scorso. Inizio così per dire che il pareggio di Spezia lo prendo con soddisfazione, nonostante la partita abbia detto altro e cioè che gli azzurri avrebbero ampiamente meritato di vincere. Temevo questa partita, non lo nascondo, per vari motivi: il successo di Napoli poteva togliere ineluttabilmente qualcosa dal punto di vista nervoso, della concentrazione e dell’attenzione; l’avversario aveva assoluta necessità di fare risultato dopo una settimana complicata per via dell’eliminazione dalla coppa nazionale tra le mura amiche per mano del Lecce che aveva partorito la contestazione della tifoseria spezzina; il “Picco” è sempre stato avaro di soddisfazioni e infine, ma non ultimo, è sempre importante muovere la classifica e dare continuità ai risultati.

Prendo il pareggio con soddisfazione per i motivi di cui sopra ma anche perché la squadra la prestazione l’ha fatta, eccome se l’ha fatta. Ha dimostrato di essere superiore in tutto, è stata in campo con il piglio della grande squadra, ha creato tanto e non ha mai sofferto la pressione dei padroni di casa. L’Empoli è andato sotto di un gol con il tabellino che riportava il numero zero alla voce tiri in porta per lo Spezia perché il gol, o meglio lo sfortunato autogol, lo ha fatto Marchizza su un cross da sinistra. Qualcuno potrebbe obbiettare e dire che non aver vinto può essere un’aggravante. In teoria sì, ma il calcio non è una scienza esatta e a volte queste partite le perdi pure. A Napoli è stato raccolto probabilmente oltre il dovuto, a La Spezia poteva arrivare qualcosa in più. Ma va bene così.

Personalmente sono orgoglioso di questa squadra, fa piacere vedere come gli avversari rispettano l’Empoli, a volte lo temono come accaduto contro la formazione di Thiago Motta, confermando quello che noi diciamo da tempo ovvero che Andreazzoli ha creato davvero un bel gruppo, di sicuro la più grande sorpresa del campionato in questo girone di andata. Mercoledì arriverà un Milan ferito nella partita che chiuderà il 2021 e per l’Empoli, vada come vada con i rossoneri, sarà stato un girone di andata straordinario. Nei numeri e nelle prestazioni, ma l’analisi più approfondita per questa prima parte di campionato la rimando di qualche giorno.

Anche noi abbiamo un sogno nel cuore

“Abbiamo un sogno nel cuore” cantano da anni i tifosi del Napoli. Anche noi lo abbiamo ed è quello di raggiungere la salvezza il prima possibile. La vittoria arrivata in terra napoletana non fa altro che avvicinare l’Empoli al suo sogno. E arricchisce e impreziosisce una stagione che non è neppure arrivata al giro di boa ma che ha già regalato diverse soddisfazioni se ripensiamo ai successi di Torino contro la Juventus e quello nel derby con la Fiorentina soprattutto per la modalità con cui è arrivato. Oggi la squadra ha vinto con un pizzico di fortuna, il gol di Cutrone (felice ci sia la sua firma in questi tre punti) ne è prova tangibile ma l’Empoli non ha rubato nulla, ha fatto la sua partita.

Ormai non facciamo neanche più caso ai frequenti e continui cambi di formazione, serve solo a fini statistici. Chiunque scende in campo non cambia lo spartito: l’Empoli ha la sua filosofia, la sua identità e la forza ulteriore è che questi dogmi sono stati recepiti da tutti, per questo ogni calciatore può giocare tranquillamente titolare. E’ stato piacevole vedere la squadra fare la partita nella prima parte del primo tempo, com’è stato piacevole vederla contenere gli attacchi del Napoli nelle fiammate dei suoi campioni e non arretrare troppo nemmeno quando i padroni di casa cercavano di esercitare un forcing maggiore per evitare la sconfitta. Il campionato ci dice che la squadra di Andreazzoli è tra le più organizzate e quando hai organizzazione puoi sopportare un tasso tecnico inferiore ad alcune squadre. I punti e le prestazioni sono figli del lavoro, figli di una mentalità consolidata e di una ricerca costante di miglioramento.

Se guardiamo la classifica c’è il rischio di fare voli pindarici, di perdere di vista la realtà perché è una classifica oggettivamente bella, da incorniciare. 26 punti, davanti alle romane, a due punti dalla Juventus ad un soffio dalla chiusura del girone di andata. Ma, come spesso diciamo, da queste parti è basso questo rischio. I successi vengono festeggiati senza eccessi, smaltiti in poche ore perché poi si pensa alla partita successiva. Men che meno corre questo rischio la squadra, lo spogliatoio. Funge da garante il mister, molto bravo a smorzare entusiasmi deleteri e bravissimo nell’usare questa energia positiva per incentivare la squadra a non finire di stupire. Perché gli esami non finiscono mai. Come i sogni.

Questione di mentalità

Empoli-Udinese 3-1: commento al risultato partita

Alzi la mano chi pensava di trovare l’Empoli a 23 punti dopo 16 giornate, a sole due lunghezze da Roma e Lazio. Eppure è lì, meritatamente anche. Non siamo neppure a metà del percorso, è vero, ma quanto espresso fino ad oggi lascia ben sperare per il futuro. La squadra di Andreazzoli è poliedrica, duttile e versatile come non lo era mai stata nelle precedenti esperienze nel massimo campionato. Ho avuto la fortuna di vedere squadre forti con giocatori bravi a cominciare dall’Empoli di Luciano Spalletti per passare a quello di Silvio Baldini, di Mario Somma, di Gigi Cagni, di Maurizio Sarri e di Marco Giampaolo. Ma non ricordo un Empoli così intercambiabile, che non aveva una formazione base come quello attuale.

Questione di mentalità ho scritto nel titolo, quella che il tecnico apuano ha cercato (evidentemente riuscendoci) di inculcare nella testa dei giocatori. Un lavoro che parte da lontano, che abbraccia tutto il contorno del gruppo squadra e che si perfeziona all’interno dello spogliatoio dove il mister ha la fortuna di avere a che fare con ragazzi che remano tutti dalla stessa parte, compresi soprattutto quelli che giocano meno. Mai una polemica, mai un mugugno o un gesto che possa far pensare a qualche malumore. Niente di tutto ciò. Perchè Andreazzoli è uno che parla schietto, diretto. Perchè Andreazzoli non è solo un allenatore ma sa essere anche amico, padre e, perchè no, nonno come peraltro viene chiamato affettuosamente dal pubblico empolese.

I numeri sono sotto gli occhi di tutti, le prestazioni pure con picchi inimmaginabili come la vittoria allo Stadium contro la Juventus o il successo nel recente derby contro la Fiorentina rimontando due reti negli ultimi cinque minuti di gara. Ad oggi l’Empoli può vantare ben 19 giocatori (a breve saranno 20 perchè a Parisi mancano una manciata di minuti) che hanno sfondato il muro dei 400 minuti giocati sui 1440 totali, primato che divide soltanto con la capolista Milan, a conferma della bontà della rosa azzurra che permette ad Andreazzoli una rotazione quasi scientifica in base alla forma del singolo calciatore o dell’avversario da affrontare, con il vantaggio di far sentire coinvolti tutti gli elementi o quasi.

Merito anche della società, del DS Accardi che ha allestito una rosa ampia e di qualità con doppio giocatore per ruolo e la cosa straordinaria è che non c’è un titolare e una riserva ma possono essere considerati entrambi titolari. Il secondo tempo disputato contro l’Udinese è stato stratosferico, dopo il pareggio di Stojanovic i friulani non ci hanno capito più nulla e sono stati letteralmente asfaltati dagli azzurri. Guardo giocare questa squadra con gli stessi occhi con cui, da bambino, guardavo per la prima volta la televisione a colori e dopo ogni gara mi chiedo sempre cos’altro ci può ancora regalare. Perchè i sogni non muoiono mai. E soprattutto non hanno età.